Gruppo Artiglieria Colleoni

Gruppo Art. da Campagna “COLLEONI”
Agli ordini: Magg. Boriello
Costituito nel marzo 1944 a La Spezia.

Si componeva:
– Comando e Batt. Comando
– 1a, 2a, 3a Batteria

Nel luglio 1944 si trovava in Piemonte inquadrato nella “Divisione Xa”.

Trasferito nel Veneto a Conegliano si spostò verso Adria ed il Fronte nell’aprile 1945. Venne coinvolto nella ritirata verso l’Adige.
Si sciolse a Padova il 30 aprile 1945.

Il gruppo artiglieria campale “Colleoni”, nominalmente costituito nel marzo 1944 a La Spezia – San Bartolomeo dal Magg. Guido Borriello, si articolò su 3 batterie con pezzi da 75/13 e 100/17.

Prese il nome dell’Incrociatore “Bartolomeo Colleoni” del quale ereditò anche il motto “Veloce e Veemente”. Il suo fregio era quello dei Marò della Decima con la caratteristica di due cannoni incrociati, in alto sopra la nave.

La divisa del gruppo portava le mostrine della Fanteria di Marina, già in uso nella Regia Marina, ovvero gli alamari pentagonali, differenziati in più combinazioni di colori e fregi: gli alamari erano bianchi per i reparti navali, rossi e poi azzurri (con la sola eccezione del Barbarigo, che continuò con le mostrine rosse) per la Fanteria di Marina, gialli per l’Artiglieria.

Nella primavera del 1944, la positiva prova fornita dal Barbarigo sul fronte di Nettuno e l’afflusso costante di volontari permettevano di costituire una divisione Fanteria di Marina, strutturata in un comando divisionale, composto da 2 battaglioni; 2 reggimenti di Fanteria di Marina con 3 battaglioni ciascuno, ed un reggimento di artiglieria con 3 gruppi fra i quali il gruppo artiglieria campale “Colleoni”.

Dato l’incedere degli eventi, il comando della Decima Flottiglia MAS prese la decisione di abbandonare la sede di La Spezia per trasferirsi in Piemonte allo scopo di tenere sotto controllo i passi alpini che, in caso di sbarco alleato sulle coste liguri o nelle regioni meridionali della Francia, avrebbero certamente subito la pressione francese.

Inoltre, il concentramento dei vari battaglioni nella zona dell’Alto Piemonte serviva a dare forma organica al grande progetto di unificazione che prevedeva la creazione della Divisione Decima; il periodo piemontese sarebbe quindi servito come un necessario addestramento in vista di un futuro invio al fronte orientale.

Nel centro direttivo della Decima Flottiglia MAS cominciava infatti a prendere corpo l’idea di inviare l’intera unità in Venezia Giulia con l’obiettivo dichiarato di tenere, anche autonomamente, la linea difensiva che si sarebbe dovuta opporre all’avanzata delle forze jugoslave, in modo da proteggere i confini italiani duramente conquistati nella Grande Guerra.

Successivamente ai reparti del 1° e 2° reggimento, anche il gruppo artiglieria Colleoni raggiunse a fine giugno 1944 la zona prescelta per il concentramento, ovvero la città di Ivrea e la sua zona circostante,

La zona era piuttosto calda, perché in essa operavano numerosi reparti partigiani.

Il 31 luglio la Decima si dovette difendere da incursioni partigiane nella valle dell’Orco, e lo stesso giorno il gruppo di artiglieria “Colleoni” perse 4 uomini in uno scontro con i partigiani. Nei giorni seguenti i marò fecero la loro comparsa nei paesi di Pont Canavese, Lanzo e Alpette, puntando poi, su Sparone, Ribordone, Prascondù e in Val Soana.

I partigiani, che si erano già preparati nei giorni precedenti, si ritirarono sopra Noasca. Gli unici scontri di qualche significato videro l’intervento dei pezzi da 75/13 del “Colleoni”, che in un paio di occasioni spararono alcuni colpi in direzione delle montagne.

Per le forze della Decima le difficoltà cominciarono a partire dal 5 agosto, a causa di un periodo di piogge fastidiose e di una serie di frane provocate dai partigiani sopra Noasca.

Poi, venerdì 11 agosto, ci fu l’episodio più importante di tutta l’operazione, con il ferimento del Comandante Borghese e Pavolini, ovvero il combattimento di Ceresole Reale.

Nell’ottobre 1944, presa la decisione di inviare la Divisione Decima nel Venezia Giulia, e dopo successivi incontri con Rahn e con Wolff, la Divisione Decima lasciò a scaglioni il Piemonte per trasferirsi nel Veneto Orientale a Conegliano Veneto assieme al Fulmine (tenente di vascello Orrù). Le prime operazioni compiute in questa zona ebbero un carattere di lotta antipartigiana.

Alla fine del dicembre 1944 giunse finalmente la notizia che il reparto doveva procedere ad altro tipo di azioni, questa volta nei dintorni di Gorizia: si trattava di azioni di guerra contro il IX Korpus sloveno.

Dopo la Battaglia di Tarnova, il gruppo sarebbe partito per il fronte del Senio

A metà marzo giunse al Battaglione l’ordine di trasferimento sul fronte sud. Il reparto partì da Vittorio Veneto il giorno 20 diretto a Rovigo. Il giorno 26 passò da Ferrara, Argenta e Imola. Il giorno successivo entrò in linea alle dipendenze del comando “I° Gruppo di combattimento Decima”.

Nella zona di Imola, dal 28 marzo al 4 aprile del 1945, il Battaglione fu impegnato in un’intensa attività di pattuglia catturando numerosi prigionieri. Il 20 aprile, per l’arretramento del fronte, il Battaglione iniziò il ripiegamento verso nord attraversando il fiume Po in località Oro.

A Santa Maria Fornace, i marò sostennero un violento scontro con reparti del Regio Esercito del Sud (in uniforme britannica).

Successivamente venne schierato nel settore di Lugo di Romagna a diretto sostegno del Battaglione “Lupo”, seguì poi le sorti del “I Gruppo di Combattimento Decima” che, ricevuto l’onore delle armi, si sciolse il 30 aprile 1945 a Padova e si costituì in prigionia di guerra agli inglesi.

Lodevole di nota l’intervento di un ufficiale del Colleoni, il Tenente Malvezzi, che successivamente alla data dell’armistizio intervenne in un progetto del 1943 della ditta SPA (Società Piemontese Automobili, FIAT dal 1926) circa lo studio di un autocannone da 90/53 su telaio dell’autocarro SPA Dovunque 41 con cabina blindata.

Il Tenente Malvezzi curò personalmente l’allestimento di un esemplare di questo veicolo, che venne consegnato al Gruppo stesso nell’autunno del 1944. L’autocannone fu utilizzato sul fronte del Senio. Non si hanno informazioni relative a questo autoveicolo, e non si hanno fotografie del mezzo operativo con la Decima.

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