Battaglione Lupo

Fosse anche la mia, purchè l’Italia viva!

Il Battaglione in breve

Comandante : Capitano di corvetta Corrado De Martino.
Cinque compagnie (la prima, la seconda, la terza, la quarta mortai e la quinta armi accompagnamento), oltre la compagnia comando.
Agli ordini: CC.De Martino e successivamente TV. Stripoli
Costituito nel gennaio 1944 a La Spezia.

Si componeva:
Comando e Compagnia Comando – 1a, 2a, 3a, 4a, 5a Compagnia.

Comandante : Capitano di corvetta Corrado De Martino.
Cinque compagnie (la prima, la seconda, la terza, la quarta mortai e la quinta armi accompagnamento), oltre la compagnia comando.
Agli ordini: CC.De Martino e successivamente TV. Stripoli
Costituito nel gennaio 1944 a La Spezia.

Si componeva:
Comando e Compagnia Comando – 1a, 2a, 3a, 4a, 5a Compagnia.

Addestramento

Inizia il suo ciclo di addestramento con la Divisione “Hermann Göring” in provincia di Pisa e viene poi impegnato in azioni antipartigiane negli Appennini apuani.
In agosto giunse nel Canavese, ove partecipò alla presa di Alba.
Rientrato a Torino, venne inviato al fronte sul Senio (dicembre), dove perse la metà degli effettivi nel periodo sino al 26 febbraio.
A Vicenza il Btg. venne completato con i complementi ed inviato sul Po fino al 25 aprile 1945. Si arrese a Padova il 30 aprile 1945.

Il Lupo si forma nel gennaio-aprile 1944 a La Spezia.
Il nome ricorda e gesta della torpediniera “Lupo”.
Ne è comandante il capitano di corvetta Corrado De Martino, ufficiale di sommergibili.
E’ la seconda unità di fanteria di marina schierata sul fronte italiano (dopo il Barbarigo, battutosi per la difesa di Roma e di Nettuno): un battaglione d’assalto, agile, autonomo, motorizzato. In poche parole del Lupo si può dire: “Quello e’ il tuo settore, il nemico ha sfondato a sette km, bisogna conquistare le posizioni”.

Formato da volontari, conta nelle sue file giovani, ma anche reduci di tutte le campagne.
Era intenzione che il Lupo portasse il cambio al Barbarigo sul fronte di Nettuno. Ma non fu così.
Uno degli ultimi giorni dell’ottobre 1944, mentre la divisione “X” stava lasciando il Piemonte per andare a combattere contro il IX corpus jugoslavo in Venezia Giulia, fu chiesto al comandante Borghese uno dei battaglioni di Fanteria di Marina “X” per schierarlo sul fronte sud.

Borghese designò il battaglione Lupo.
Il Lupo andò a conoscere di prima persona la guerra nell’Appennino e di li’ poi in Romagna in un punto caldo, su un piccolo corso d’acqua (900 graduati e marò, 30 ufficiali e 70 sottouffciali; accanto al comando di battaglione vi sono tre compagnie di fucilieri, una di armi pesanti e servizi).
A tenere la linea del Senio, il Lupo rimase fino a che le sue unità non si ridussero a pochi uomini in grado di non tenere nulla.
Lo riportano indietro, si rimise in sesto e l’incontro con la guerra lo trovò su un altro fiume: il Po.

1944 (seconda decade di aprile): il Lupo si trasferisce via ferrovia in provincia di Pisa (alle spalle della Linea Gotica. Si tratta di un presidio armato in paesi già bombardati che comincia dalla provincia di Pisa).
Comando battaglione e servizi a Villa Saletta, prima compagnia a Forcoli, seconda a Piccioli, terza ad Alica e quarta a La Bianca.
Come mentori (e come riforintori) hanno la divisione Hermann Goering.
Da qui poi il battaglione si sposta sulla Chiavari-Parma, arriva a Marasco in provincia di Genova dove termina la preparazione.
Si stabilisce poi a Torino, caserma Monte Grappa.

Il Lupo va al fronte in Piemonte

Giugno-Agosto 1944: la Decima fa convergere i reparti nell’alto Piemonte in una zona compresa tra il Canavese e gli imbocchi delle valli verso il Gran Paradiso e il Rocciamelone.
Si muovono le truppe dopo lo sfondamento di Cassino ed Anzio e l’arretramento della linea Gotica.
I tedeschi pensavano che dopo la Normandia la zona palpabile per un nuovo sbarco potesse essere la Liguria.
Per difendere le coste liguri e le Alpi occidentali, venne costituita l’armata Liguria su due corpi d’armata: il LXXV (divisioni tedesche: 148a fanteria, 90a granatieri corazzati, 157a cacciatori delle alpi) e il C.d.A. Lombardia (zona da Ventimiglia a La Spezia ): San Marco e Monterosa e dalle tedesche 34° fanteria, 42° cacciatori, gruppo Mainhold.

La zona della Decima ha però due difetti: è lontana dal fronte ed è piena zeppa di partigiani.
In particolare ad Alba il partigiano Mauri aveva restaurato l’autorità del governo del sud. La riconquista di Alba era ritenuta dallo Stato Maggiore non priva di difficoltà. Parteciparono alla riconquista il Lupo e il Reparto Arditi Ufficiali in prima schiera (Fulmine in seconda schiera, il Colleoni e Leonessa della GNR in appoggio. Brigate Nere in riserva).

La città fu presa, senza sparare un colpo, e alla fine dell’azione un voce disse nella piazza: “Nel nome del Duce dichiaro in Alba la Repubblica Sociale Italiana”. In serata pervenne al Lupo insieme con l’elogio del Comandante Borghese, la notizia dell’invio al fronte.

Appennino

Lo schieramento fu attuato nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1944: 3a compagnia e reparto mitragliere da 20 a sbarrare la valle del Reno.
2a compagnia sul Monte Abelle, 1a compagnia e comando battaglione sul Monte Caprara, compagnia mortai sulle pendici dello stesso monte, rifornimenti e infermeria a Sparticano, servizi e autoreparto a Monte San Pietro e Zola Predosa.
Su un fronte ampio 200 Km, dove si scontrano due gruppi d’armata, il Lupo portava in linea i suoi circa 700 uomini, in uno dei più tristi periodi della storia italiana.

Venezia-Giulia

Con il comandante Borghese arrivò sul Monte San Pietro l’eco delle azioni della Decima in Venezia Giulia.
Il giorno di Natale del 1944 gli uomini del Lupo seppero che i battaglioni di fanteria di marina e d’artiglieria erano impegnati contro la pressione slava (zona di Gorizia).
I pochi giorni passati in linea sul Caprara, sull’Abelle e nella valle del Reno avevano portato qualche disagio e qualche pericolo.
Gli uomini si sentivano pronti perche’ ora toccava a loro.

Romagna e fronte del senio

Il 27 dicembre del ’44 il Lupo era nel retrofronte del Senio mentre la 16a Divisione Panzergrenadier stava rilevando la posizione della 98a Divisione Fanteria.
La 3a compagnia del Lupo fu schierata sull’argine del Senio. Le altre compagnie (IVa mortai) furono per alcuni giorni spostate in tutto l’arco di linea della divisione.
Il 26 dicembre una formazione mista italo tedesca attaccava il settore della 92a Div. Buffalo. A sostegno dell’azione furono spostate sei batterie di medi calibri e due battaglioni tedeschi.
La Buffalo dopo il primo scontro si ritirò (in trenta ore fu conquistato un fronte di circa 15 km ): fu fermata dunque l’avanzata in quanto si era raggiunto lo scopo di dare uno scrollare il fronte.
Le contromisure americane furono quelle di trasferire allo sbocco della valle del Serchio la 1a div. corazzata americana e due di fanteria.
Nei giorni successivi sul fronte Romagna, il 1° corpo d’armata canadese iniziò le operazioni per cercare di sgombrare i tedeschi dai settori a sud del Serchio, e a sud delle valli di Comacchio (a oggi nelle forze speciali inglesi un battaglione è denominato Comacchio Group in ricordo di quelle battaglie).
I tedeschi tentarono di arginare l’offensiva spostando le scarse difese: la 1a e la 2a Compagnia del Lupo andavano su e giù per le diverse zone, senza però mai essere effettivamente impegnate.
Alla fine il tratto di fronte affidato al Lupo era quello del punto di sutura tra le zone di Fusignano e di Alfonsine: Alfonsine era un territorio di circa 5 Km , con l’80% di case distrutte e circa 1.000.000 di mine disseminate. Le tre compagnie di fucilieri tenevano la linea intervallate da compagnie tedesche.
I canadesi erano ben armati: armi automatiche, innumerevoli bombe armate e barilotti di esplosivi al fosforo (ricordiamo che nella notte del 1 gennaio 1945 ci fù una delle più grosse offensive subite da Lupo e qui persero la vita i comandanti Strada e Sannucci).
La 1a compagnia era ad est di Fusignano, di fronte alle Case Tasselli.
Un posto tremendo: battuto dal tiro dei cecchini ed esposto alle incursioni dei carri armati. La pressione avversaria si alleggerì dopo l’azione del 13 gennaio, ovvero dopo la conquista dello stretto avamposto vicino alle case sotto l’argine. Il posto avanzato tenuto dei canadesi, venne tenuto sempre sotto tiro di cariche anticarro.
La 3a compagnia era sul tratto di fronte più esteso ( La Rossetta frazione di Alfonsine).
Conquistò la notte del 26 Gennaio una fetta di territorio a sud del Senio che allargò la testa di ponte di Alfonsine (dalla Madonna delle Grazie a Casa Perazzini).
Alle spalle della linea erano stazionate in appoggio i fucilieri di 3 plotoni della IVa Mortai, i depositi, l’infermeria e il comando erano sulla via per Pratolungo, ed infine ricordiamo le mitragliere antiaerei tra Pratolungo e la linea del fronte.
Alla fine di Gennaio le tre compagnie del Lupo erano ridotte all’osso.
La 2a aveva sostituito tre volte il suo comandante, la 3a ne aveva perduti due, la 1a tre ufficiali subalterni. La notte del 26 febbraio i tedeschi rilevarono il Lupo al fronte.
A Boccalone gli uomini sono passati in rassegna da un generale tedesco.
A fine febbraio il Lupo è in una caserma di Vicenza.

Il primo gruppo di combattimento Decima

Nel febbraio ’45 la Divisione Decima era stata distinta in 2 gruppi di combattimento.
Il lupo fu nel primo con il Barbarigo, gli NP, il Colleoni (ricordiamo che alla fine della campagna del Senio il Colleoni era armato con pezzi da ” 76″ risalenti alla Grande Guerra del 15-18, e spesso sparava con alzo 0) e il Freccia.
Il comando predispose per il mese di marzo l’avviamento al fronte degli NP e del Barbarigo, con l’affiancamento del Lupo (appena fosse stato ricostituito). La situazione generale però stava peggiorando: gli alleati imperversano su più fronti.
Era iniziata l’offensiva finale: il comando dell’VIIIa Armata inglese aveva scelto come zona di sfondamento quella a sud di Lugo dove il Senio disegna un’ansa, in modo da aprire due direttive dell’attacco: avanzare per Massalombarda e Budrio verso Bologna o puntare verso nord est per forzare il passaggio per Argenta.
L’unico reparto della Decima sul fronte era il Colleoni, che una volta constatata l’impossibilità di tenere il fronte insieme al Barbarigo e all’NP iniziarono la ritirata.
I reparti arrivarono sul Po dove dal 23 Aprile si trovava pure il Lupo, e da qui tra il 24 e il 25 Aprile passarono il fiume. Le forze del 1° Gruppo combattimento Decima erano quindi riunite.
Lo stesso 25 Aprile, il Generale Conte von Schwerin, comandante del LXXVI° Corpo d’armata corazzato con alle sue dipendenze i reparti della Decima si arrendeva al 27° Lancieri inglese (Ottava Armata Britannica).
La notte tra il 28 e il 29 Aprile il Lupo si sciolse.
Arrivarono ufficiali Neozelandesi.
Il comandante De Giacomo salutò i rappresentati dell’esercito vincitore, poi si rivolse agli uomini schierati.
Ricordo’ i caduti, i feriti, ricordò le ragioni che indussero gli uomini a combattere una guerra impossibile da vincere. Ora che tutto era finito il comandante sciolse gli uomini dal loro giuramento e salutò le truppe…
DECIMA MARINAI! VIVA L’ITALIA
E tutti in una unica sola voce
DECIMA COMANDANTE! VIVA L’ITALIA.

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