Battaglione Fulmine

Scatto Travolgo Vinco

IL BATTAGLIONE IN BREVE

La Spezia. Comandanti: tenenti di vascello Sergio Scordia, Agostani Giuseppe, Orrù Giuseppe, Bini Elio. Il Btg. è composto dalla Compagnia Comando e da tre Compagnie: la Ia, la IIa e la IIIa compagnia Volontari di Francia.Il 29 luglio questa, da compagnia autonoma “Volontari di Francia” (5° compagnia del Barbarigo) diventa la IIIa Compagnia del Fulmine”.

Si forma nel marzo 1944 a La Spezia, e si scioglie a Schio il 30 aprile 1945.

MARZO '44, SI FORMA IL BATTAGLIONE, PRIMI IMPIEGHI IN PIEMONTE

Il Fulmine si forma a La Spezia nell’entusiasmante clima della Decima Mas. Inizialmente il nome del battaglione è Bersagliere, ma poi prende il nome di Fulmine, in ricordo del caccia torpediniere affondato il 13 giugno 1941.

Alla fine del marzo del 1944 si trasferisce in provincia di Lucca (Pietrasanta), per iniziare l’addestramento. Addestramento che poi prosegue ad Orio Canavese nel Piemonte. A giugno c’è un nuovo trasferimento in Val D’Aosta a Saint Vincent, poi infine il battaglione raggiunge Ivrea.

Tra il luglio e l’agosto del ’44 il battaglione in Piemonte partecipa ad azioni contro i ribelli: pattugliamento nella Valle dell’Orco (nel Canavese), presidia Curgnè, e azioni ad Alette, Pont Canadese, Locana, Punta Marola, Nasca, Ceresole, Chiapali, Passo della Crocetta, Frassinetto, in Val Saona, in Val Chiusello vicino al confine francese per evitare la calata dei senegalesi e dei marocchini nelle valli alpine.

A Torino il battaglione giunge il 29 ottobre, dove riceve la fiamma di combattimento. Nello stesso giorno viene anche consegnata l’insegna alla IIIa Compagnia del Fulmine (i Volontari di Francia).

Il 5 novembre del ’44 il Fulmine partecipa alla presa di Alba: in particolare ad Alba il partigiano Mauri aveva restaurato l’autorità del governo del sud. La riconquista di Alba era ritenuta dallo Stato Maggiore non priva di difficoltà. Parteciparono alla riconquista il Lupo e il Reparto Arditi Ufficiali in prima schiera (Fulmine in seconda schiera, Colleoni e Leonessa della GNR in appoggio. Brigate Nere in riserva).

La città fu presa e alla fine dell’azione una voce disse nella piazza: “Nel nome del Duce dichiaro in Alba la Repubblica Sociale Italiana”. Dopodichè il Fulmine partecipa alle ultime operazioni in Valle Orco e Locana.

INVIO IN FRIULI-VENEZIA GIULIA PER LA DIFESA DEI CONFINI ORIENTALI

Il progetto del Comandante Borghese era quello di creare una difesa contro l’invasione slava. Il Fulmine parte per Conegliano Veneto.
Qui è subito impiegato in azioni anti guerriglia in Carnia, in Alto Adige. Il 19 dicembre il Fulmine è a Gorizia. Inziano le operazioni contro le bande slave del IX° Corpus di Tito.

All’operazione “Adler Aktion” partecipano con truppe tedesche e unità slave anticomuniste i battaglioni della Decima Barbarigo, N.P. (Nuotatori – Paracadutisti), Valanga, Freccia, Sagittario, Fulmine, gruppi artiglieria S. Giorgio, da Giussano , il btg. Bersaglieri Mussolini, gli alpini del Tagliamento e i reparti di difesa della milizia territoriale (M.D.T.). Il compito del Fulmine è di presidiare Sleppe d’Istria: da qui partono le azioni per Tribussa, Basinizza, Santa Lucia e altre zone del Goriziano. Dopo queste azioni il Fulmine rientra a Gorizia (il 31 dicembre il comando passa a G.M. Elio Bini della IIa).

Nel gennaio del 1945 le bande di Tito si sono rafforzate e premono su Gorizia e sulla linea dell’Isonzo. Il comando della Decima decide di ridurre il fronte occupato dalle bande slave. Il presidio di Selva di Tarnova è affidato al Fulmine (raggiunto il 9 gennaio del ’45). Così facendo il battaglione blocca la statale 307 che è una delle vie di comunicazioni più importanti. La battaglia (19 gennaio) che segue dopo è intensissima: 2.000 slavi contro 241 del Fulmine, collegati al comando solo via radio. Il comando della Decima tenta di soccorrere il Fulmine.

Il 19 gennaio il Barbarigo, il Valanga, il Sagittario, il San Giorgio e il Da Giussano attaccano la cima del monte S. Gabriele. Il 20, durante la notte, gli slavi attaccano il Barbarigo. Il Fulmine però resiste fino all’arrivo dei rinforzi. I superstiti rientrano poi a Gorizia: caduti 86, feriti 56. Perdite del nemico: 300 morti, 500 feriti. Il sacrifico del Fulmine, dirà poi per esempio il G.M. Antonio Minervini, servì a impedire il dilagare delle orde slave sulla città di Gorizia. Lo stato maggiore della marina concederà la Medaglia d’argento al Valor Militare alla stendardo del battaglione Fulmine. Il 24 aprile del ’45 il Fulmine riceve l’ordine di rientrare a Thiene: il 29 è a Schio. Viene respinta una intimazione di resa del CLN. Vengono avviati contatti con gli angloamericani per cessare le ostilità. Alle ore 20 del 30 aprile, il Fulmine si schiera per ricevere l’onore delle armi da parte di una compagnia corazzata americana e si costituisce prigioniero di guerra. Alla fine, alcuni dei marò del Fulmine verranno tradotti nei campi di prigionia, altri rientreranno a casa dopo alterne vicende.Tutti subiranno le conseguenze della scelta fatta per l’Onore dell’Italia.

ADLER AKTION IN BREVE 19 DICEMBRE ’44

Il comando Decima ha stabilito di prendere parte a una grossa operazione che ha come obiettivo la distruzione del IX° Corpus jugoslavo che è schierato tra le valli e i valloni di Tarnova e Chiapovano. I tedeschi hanno previsto dieci colonne che devono avanzare partendo da Gorizia, Idria, Hotdrisca, Postumia, Sesana, Opacchiasella e arrivare ad Aidùssina, superando Selva di Tarnova. Oltre che alla Decima, partecipano all’operazione alcuni reggimenti di polizia germanica, ustasica, domobranci e cetnici. Non fa parte dell’operazione invece la 188a divisione di montagna tedesca.

Come mai il comando tedesco scelse la zona di Tarnova per l’operazione?

Soprattutto per la posizione geografica molto avanzata nei confronti dei nemici, per le vie di comunicazioni e per le posizioni di difesa in caso di sbarco angloamericano sulla costa adriatica. L’operazione non inizia sotto buoni auspici: il vicecomandante della Decima Luigi Carallo cade il terzo giorno delle operazioni. Tragica morte per mano jugoslava, ma il dramma è che Carallo ha con sé una borsa di documenti, tra cui i piani dell’operazione Adler.

In particolare i ribelli scoprono la cartina geografica con le direttive di marcia delle dieci colonne. Gli jugoslavi ora sanno tutto ciò che dovrà accadere.

I LICENZIATARI UFFICIALI DELL’ASSOCIAZIONE COMBATTENTI DECIMA FLOTTIGLIA MAS

Contatti

Segreteria Nazionale di Milano
DECIMA FLOTTIGLIA MAS
segreteria@associazionedecimaflottigliamas.it

©Copyright 2024 – Associazione Combattenti X flottiglia MAS – Tutti i diritti riservati. C.F.:96273150589